Altare di San Lorenzo (7)

TRE SCALINI PORTANO al braccio destro del vasto transetto dove si trova il bellissimo altare di marmo, con la pala dedicata al Marti-rio di san Lorenzo, opera del centese Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino. A commissionare il dipinto nel 1627-28 per la sua cappella privata in Roma fu il cardinale Lorenzo Magalotti che, nominato vescovo di Ferrara nel marzo del 1628, lo portò con sé sistemandolo in via prvvisoria nel Palazzo Arcivescovile. Dopo la ristrutturazione della zona absidale della cattedrale, affidata dal Magalotti nel 1636 all’architetto ravennate Luca Danesi che aveva previsto la costruzione di due cappelle laterali all’altar maggiore, e dopo l’improvvisa morte del cardinale, la pala del Guercino fu collocata su questo altare. I vari personaggi, resi singolarmente nella loro individualità storica, sono dinamicamente ed emotivamente disposti con bilanciata gradazione di piani intorno al giovanissimo diacono, destinato a morire bruciato sulla graticola; la luce inoltre, investendo la figura del santo e del suo carnefice, vuole attirare l’attenzione del fedele sulla sacralità del drammatico avvenimento, sottolineata dai due angioletti che vengono a recare la corona del martirio. Nell’alta cimasa dell’altare, animata dalla presenza di Angeli diversi in marmo bianco, è inserito un acuto circondato da un festone di frutti, in cui si vede il Cristo Benedicente. Questo busto in terracotta, come gli altri dei Dodici Apostoli sistemati in altrettante nicchie, decorate a stucco dai fratelli Turchi, sulle pareti del transetto, è stato modellato intorno al 1524-25 da Alfonso Lombardi. I busti, destinati in origine alla soppressa chiesa di Santa Maria Maddalena a Bologna, sono stati acquistati dal cardinale Giovanmaria Riminaldi e donati alla cattedrale; i Canonici nel 1771 decisero di collocare le sculture dove si vedono e nell’occasione queste sono state dipinte in policromia dal pittore ferrarese Giuseppe Antonio Ghedini, mentre il San Mattia, essendo andato rotto l’originale, veniva rifatto da Giuseppe Ferreri. Al di sotto della pala con il san Lorenzo, dietro il paramento rosso ricamato in oro, si trovano in una teca di cristallo le reliquie della beata Lucia da Narni.

Sotto la mensa dell’altare, dopo la soppressione della chiesa a lui dedicata, è stata collocata una cassa di piombo con il corpo di San Romano, che la leggenda narra essersi convertito proprio assistendo al martirio di San Lorenzo, al cui culto viene spesso abbinato. Il corpo del santo è stato donato da papa Innocenzo II nel 1141 al cardinale Griffone, l’allora vescovo di Ferrara.

La beata Lucia da Narni, della quale si conservano qui le reliquie, è stata una monaca domenicana accolta festosamente a Ferrara nel maggio 1499, per diventare consigliera di santità di Ercole I d’Este. Per Lucia, che aveva ricevuto le stimmate e che grande venerazione aveva suscitato nel popolo ferrarese dopo la morte, il duca aveva fatto costruire la chiesa e il convento di Santa Caterina da Siena, andati distrutti nel 1836.