Altare di San Giuseppe (5)

SUL QUINTO ALTARE marmoreo, ideato dallo scultore veronese Angelo Ringhieri durante la riedificazione di questa cappella nel 1767, si trova la pala raffigurante il Transito di san Giuseppe dipinta da Giacomo Parolini. La tela, eseguita per incarico del canonico Giuseppe Fioravanti, segretario del cardinale Dal Verme e morto nel 1725, ha goduto del plauso e degli apprezzamenti della storiografia locale settecentesca per la religiosa devozionalità dell’invenzione: una tradizione apocrifa vuole che Giuseppe sia morto a III anni il giorno 26 del mese di Epef, presenti Maria e Gesù, e che gli angeli abbiano preso la sua anima avvolgendola in un tessuto di seta. Il dipinto, pittorica-mente memore di un certo sentimentalismo carraccesco e non privo di piacevolezza nel gioco coinvolgente dei riflessi luminosi, appare chiaroscurato nei colori originali. Ai lati dell’ancona, le statue di Sant’Anna e di San Gioacchino sono di Andrea Ferreri, le uniche realizzate in marmo per le nicchie e i pilastri delle cappelle di tutta la cattedrale, poi tinteggiate a stucco per armonizzarle con le altre.
A destra, sotto l’arcata mediana, il San Fedele da Sigmaringa è stato modellato da Pietro Turchi tra il 1744 ed il 1746, a spese dei Frati Cappuccini di cui il santo, cappuccino lui stesso, è protettore; mentre a sinistra, il Sant’Andrea Avellino è di mano di Giuseppe Ferreri, lavorato negli stessi anni, sempre su commissione dei frati Cappuccini.

Dopo i rifacimenti settecenteschi, nelle nicchie aperte nelle cappelle laterali e nei pilastri mediani, sono state collocate ad opera del Ferreri e dei suoi collaboratori, numerose statue di santi cari alla devozione popolare, i cui antichi altari erano già stati eliminati già alla fine del cinquecento.