Altare del Crocifisso (8)
QUANDO NEL 1678 il cardinale Carlo Cerri fece rimodernare l’altar maggiore “alla romana”, l’architetto ferrarese Carlo Pasetti è stato incaricato di erigere un nuovo altare, con marmi di recupero, in fondo alla navata minore destra, per potervi collocare le cinque grandi statue di bronzo che rappresentano Cristo crocifisso tra la Madonna e san Giovanni, san Giorgio e san Maurelio. Queste sculture nel 1454 erano state collocate nel coro, sopra un’architrave di marmo, mentre al tempo del rifacimento dell’abside rossettiana nel 1499, avevano trovato posto su un architrave di legno davanti all’altar maggiore, per cambiare poi ancora collocazione nel 1506 su tre arcate di marmo, dove sono rimaste fino al 1678. Commissionate nel 1451 al fiorentino Nicolò Baroncelli, scultore allievo secondo il Vasari del Brunelleschi, le statue sono state rifinite, alla sua morte avvenuta soltanto due anni dopo, dal figlio Giovanni e dal cognato, il padovano Domenico di Paris, suoi abituali collaboratori. Il gruppo della Crocifissione che, affiancato dai due comprotettori di Ferrara, è stato collocato così da formare una sorta di Calvario, lascia trasparire nel saldo modellato, non privo di forza espressiva, un’evidente influenza donatelliana. Alla base dell’imponente complesso bronzeo, nel 1955 è stato posto il Monumento funebre dell’arcivescovo Ruggero Bovelli, lavorato in marmo bianco dal ferrarese Ulderico Fabbri. Il Bovelli, eletto vescovo di Ferrara nel 1930, insignito dell’onorificenza di Conte romano e Assistente al Soglio Pontificio, muore nel giugno del 1954, in un clima di grande devozione e affetto da parte di tutta la cittadinanza ferrarese.
L’Arcivescovo Mons. Ruggero Bovelli nacque a Pantalla di Todi (Perugia) nel 1875. Ordinato sacerdote nel 1897 completò a Roma la formazione ecclesiastica con le lauree in teologia e diritto canonico. Fu canonico arciprete della cattedrale di Todi, insegnante di filosofia e teologia nel seminario, cancelliere e quindi vicario generale. Venne notato da papa Benedetto XV il quale nel 1915 lo nominò vescovo di Modigliana. Nel 1924 Bovelli resse anche la sede di Faenza mentre nel 1929, anno del Concordato fra Stato e Chiesa, venne promosso da papa Pio XI alla sede arcivescovile di Ferrara dove vi rimase per 25 anni. Fu definito “pastor et defensor” della città estense per la strenua difesa di tanti cittadini perseguitati, ebrei ferraresi e dissidenti politici del fascismo; nel 1943 con l’eccidio dei martiri del Castello Bovelli compì un atto eroico, benedicendo i Martiri e andando contro alla volontà fascista, ottenendo perfino l’appoggio del Comando tedesco, allora risiedente in Castello. Morì santamente, circondato dall’affetto dei cittadini, nel 1954 per essere poi sepolto all’interno del duomo di Ferrara ai piedi della Crocefissione di Niccolò Baroncelli e Domenico di Paris.