di Andrea Musacci.
Circa 1200 persone si sono ritrovate sabato 23 marzo per la storica riapertura. Un grande evento di popolo che vi raccontiamo nei dettagli, con le voci e i volti dei presenti e di alcuni dei protagonisti
Lo scorso 23 marzo, Michele aveva appena 8 giorni di vita. Nato venerdì 15, è di sicuro il più giovane partecipante alla storica riapertura della Cattedrale di Ferrara. I suoi genitori gli racconteranno della sua prima Messa nel Duomo riaperto, nella difficoltà a farsi strada fra quelle persone piene di gioia e curiosità. Michele è il simbolo della nostra Cattedrale, di cui ognuno si prende cura, per cui ognuno ha uno sguardo amorevole, colmo di speranza. Sabato 23 marzo a Ferrara per lo storico evento erano previste 500 persone oltre ai 192 coristi e ai 50 sacerdoti e diaconi. Invece, di soli fedeli, ne sono arrivati circa 1200, la stragrande maggioranza dei quali in Duomo, gli altri all’esterno a seguire sul maxischermo. Necessari, quindi, sono risultati anche i quattro piccoli schermi all’interno, sulla navata destra, per le persone in fondo e luce distinto dal mondo. Giunti in una Cattedrale già gremita (con, sulla porta d’ingresso, due poliziotti in alta uniforme), dopo l’orazione Colletta, la lettura della Passione di Marco (capp. 14 e 15). Lettura a tre voci, questa, con il diacono seminarista Vito Milella a prestare la voce al Cristo, Villi Demaldè come cronista, Cristina Scarletti e Alberto Natali per la folla e i vari personaggi. Le letture, invece, sono state a cura di Rinnovamento nello Spirito, con Patrizia Mazzoni e Alessandro Brandani. Dopo l’omelia dell’Arcivescovo e la Professione di fede con il Simbolo degli Apostoli, alcuni rappresentanti di AC e Scout hanno portato all’altare i doni per il sacrificio eucaristico. Al termine, la processione verso l’Altare della Madonna delle Grazie, patrona dell’Arcidiocesi e della città. Prima, i ringraziamenti da parte dell’Arciprete mons. Massimo Manservigi.
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(l’articolo completo sulla Voce di Ferrara-Comacchio del 29 aprile 2024)